Barbara Garatti (Pagina 6)

Cosa vedeva Phara?
Il progetto di Giulio Squillacciotti
all’Archivio Van den Broeck di Milano

14.06.2019

Com’è possibile apprendere i dettagli della
vita e del carattere di una persona mai
conosciuta? Forse entrando in contatto con
ciò che di essa rimane nelle parole degli amici
di lunga data, attraversando i suoi luoghi
originari, provando a respirare quelle
atmosfere, a vedere da vicino quei contesti
che contribuirono a formarne l’identità. È
stato questo il metodo seguito da Giulio
Squillacciotti che, per raccontare la storia
di Pharaildis Van den Broeck, ha ripercorso le
strade di Anversa insieme a P. B. Van
Rossem, amico dell’artista e fashion designer
nata a Opwijk nel 1952 e scomparsa a Milano
nel 2014, diplomata presso il Dipartimento
Moda della Royal Academy of Fine Arts di
Anversa e collaboratrice, fin dal 1978, di
Versace. Ne è scaturito Vrijdag, Antwerpern
(Venerdì, Anversa)
, progetto video in
esposizione all’Archivio Atelier Pharaildis Van
den Broeck di Milano fino al 21 luglio.

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Press kit

Giulio Squillacciotti, Vrijdag, Antwerpen (2019), installation view Project Room #2, courtesy Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck, ph Jacopo Menzani

26.05.2019 – 21.07.2019

Giulio Squillacciotti ha girato un film ad Anversa accompagnato da Bert Van Rossem nei luoghi che Pharaildis Van den Broeck ha frequentato negli anni Settanta, restituendo un ritratto della città come fosse quello di lei.

Giulio Squillacciotti
Vrijdag, Antwerpen (Italy, The Netherlands 2019)
Short Film Single Channel – 4K Video 1.33:1 – Dutch Audio Stereo – 7’04”

Project Room
di Giulia Bortoluzzi
01.05.2019

Giulio Squillacciotti, classe 1982, secondo artista invitato dall’Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck a rileggere la produzione pittorica della stilista belga, presenta all’Archivio di Via Bragadino 2 a Milano, un video ambientato tra questa città e Anversa, luogo di formazione di Pharaildis. Nato nel 2015, a cura di Barbara Garatti, lo spazio milanese raccoglie più di 2000 opere, disegni e schizzi. Opening 25 maggio dalle 15 alle 19, fino al 21 luglio su appuntamento.

 

Intervista con Barbara Garatti,
Curatrice dell’Archivio che ospita una nuova
Project Room dedicata a progetti artistici inediti

di Daniele Perra
01.03.2019

In un seminterrato affacciato su strada, a
pochi passi da viale Papiniano e dalla metro
di Sant’Agostino a Milano, c’è un luogo che
sembra si sia fermato nel tempo. È l’archivio
della fashion designer e pittrice Pharaildis
Van den Broeck. È tutto un ammasso di tele
arrotolate e si respira l’aria di un vecchio
atelier disordinatamente ordinato. L’artista,
che ha prima studiato al liceo artistico e poi
all’Accademia di Moda, ha sempre inteso il
fashion design come arte, tanto da decidere di
abbandonare la moda per dedicarsi
interamente alla pittura, dopo collaborazioni
importanti come quella con Gianni
Versace sul finire degli Anni Settanta.
Oggi le attività dell’archivio ‒ che raccoglie
tutto il materiale prodotto dall’artista
nell’arco di circa vent’anni ‒ sono rese
possibili grazie al supporto di Michele
Sagramoso, marito di Pharaildis. L’archivio
ospita una serie di progetti inediti per cui gli
artisti sono invitati a lavorare proprio con i
materiali presenti nell’atelier. Il primo artista
per la Project Room è Alessandro Roma, che
ha realizzato un lavoro inedito, visitabile fino
al 15 aprile, traendo spunto da alcuni libri
appartenuti all’artista. Abbiamo incontrato
Barbara Garatti, curatrice dell’archivio, per
farci raccontare com’è nata l’idea e spiegarci il
progetto.

Che cos’è l’Archivio Atelier Pharaildis Van
den Broeck?
È la collezione di tutte le opere e i materiali
legati all’attività di Pharaildis Van den Broeck
come artista. L’archivio è in quello che dal
2008 è stato il suo atelier e dove ha lavorato
incessantemente fino al 2014, quando è
mancata. Dal 2015 a oggi ogni opera è stata
inventariata, catalogata e digitalizzata
seguendo rigorosi criteri archivistici.
Dall’ultimo anno sono in corso diverse attività
per istituzionalizzare questo spazio come
luogo di conservazione e valorizzazione
dell’opera di Pharailidis Van den Broeck, ma
anche come centro di ricerca sull’arte e sulla
pittura contemporanea, la moda e la storia del
costume.

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Archivio Pharaildis: intervista alla curatrice Barbara Garatti
Project Room, tre mostre che celebrano l’archivio-atelier
di Chiara Buoni
24.02.2019

L’Archivio Pharailidis Van den Broeck è nelle
sue mani dal 2015. Fare i conti con un
archivio così vasto significa anche saper
riconoscere differenze e analogie tra i diversi
lavori, volendo fare ordine. Ci sono dei
simboli sempre presenti? 
Le opere di Pharailidis Van den Broeck sono
ricche di simboli e immagini che ritornano
costantemente durante tutti i vent’anni di
attività, si evolvono e cambiano ma
conservano una coerenza interna facilmente
apprezzabile. Inizialmente la possibilità di
trovare un ordine tra più di duemila dipinti su
tela o carta di giornale e altrettanti disegni,
schizzi, bozzetti, sembrava un miraggio. Dopo
più di tre anni sono riuscita, grazie al prezioso
supporto del marito Michele Sagramoso, a
definire una cronologia e a comprendere le
linee di sviluppo complessivo della sua opera.
Aby Warburg associava simboli e elementi di
diverse epoche artistiche, come se fosse
sempre sul punto di riesumare un’immagine
dimenticata. Succede qualcosa del genere
nell’archivio di Pharaildis? I simboli
dell’artista a quale elemento del passato
possono essere associati?

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