Artribune

Intervista con Barbara Garatti,
Curatrice dell’Archivio che ospita una nuova
Project Room dedicata a progetti artistici inediti

di Daniele Perra
01.03.2019

In un seminterrato affacciato su strada, a
pochi passi da viale Papiniano e dalla metro
di Sant’Agostino a Milano, c’è un luogo che
sembra si sia fermato nel tempo. È l’archivio
della fashion designer e pittrice Pharaildis
Van den Broeck. È tutto un ammasso di tele
arrotolate e si respira l’aria di un vecchio
atelier disordinatamente ordinato. L’artista,
che ha prima studiato al liceo artistico e poi
all’Accademia di Moda, ha sempre inteso il
fashion design come arte, tanto da decidere di
abbandonare la moda per dedicarsi
interamente alla pittura, dopo collaborazioni
importanti come quella con Gianni
Versace sul finire degli Anni Settanta.
Oggi le attività dell’archivio ‒ che raccoglie
tutto il materiale prodotto dall’artista
nell’arco di circa vent’anni ‒ sono rese
possibili grazie al supporto di Michele
Sagramoso, marito di Pharaildis. L’archivio
ospita una serie di progetti inediti per cui gli
artisti sono invitati a lavorare proprio con i
materiali presenti nell’atelier. Il primo artista
per la Project Room è Alessandro Roma, che
ha realizzato un lavoro inedito, visitabile fino
al 15 aprile, traendo spunto da alcuni libri
appartenuti all’artista. Abbiamo incontrato
Barbara Garatti, curatrice dell’archivio, per
farci raccontare com’è nata l’idea e spiegarci il
progetto.

Che cos’è l’Archivio Atelier Pharaildis Van
den Broeck?
È la collezione di tutte le opere e i materiali
legati all’attività di Pharaildis Van den Broeck
come artista. L’archivio è in quello che dal
2008 è stato il suo atelier e dove ha lavorato
incessantemente fino al 2014, quando è
mancata. Dal 2015 a oggi ogni opera è stata
inventariata, catalogata e digitalizzata
seguendo rigorosi criteri archivistici.
Dall’ultimo anno sono in corso diverse attività
per istituzionalizzare questo spazio come
luogo di conservazione e valorizzazione
dell’opera di Pharailidis Van den Broeck, ma
anche come centro di ricerca sull’arte e sulla
pittura contemporanea, la moda e la storia del
costume.

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